LABORATORIO DI PSICODRAMMA ANALITICO INTEGRATO NELL’INFANZIA E NELL’ADOLESCENZA

Lo psicodramma è stato definito un modo di interpretare la vita senza essere puniti per aver compiuto degli errori, cioè di vivere la crescita nel momento stesso in cui essa si sta compiendo.

L’azione che si compie in un gruppo è un modo di guardare alla vita di ognuno come essa si sta svolgendo. E’ un modo di guardare a ciò che succede e ciò che non succede in una determinata situazione. Tutte le scene vengono riprodotte nel presente, persino se una persona vuole interpretare qualcosa che si riferisce al passato o qualcosa nel futuro. Il gruppo mette in scena una porzione di vita come se fosse rappresentata su uno schermo, vista attraverso gli occhi del protagonista o del soggetto della sessione. La personale rappresentazione della verità da parte del protagonista può essere rivista attraverso gli occhi di qualcun altro; questi possono vedere se stessi, a loro volta, nello sforzo di esprimere ciò che realmente accade.

Lo psicodramma è inteso come un metodo di psicoterapia di gruppo. Moreno aveva grande fiducia nel gruppo. Era solito dire: “Se Dio mai tornasse indietro, Egli tornerebbe come gruppo”. In un gruppo si possono raggiungere, attraverso l’esperienza, più consapevolezze:

• noi non siamo soli

• possiamo sentirci normali

• possiamo tornare alla struttura del gruppo entro cui siamo nati, il gruppo familiare.

Il gruppo può condividere il peso delle realtà emotive.

La specifica forma di questa condivisione può essere, differentemente da persona a persona, liberatoria. Essere emotivamente o fisicamente “contenuto” da un membro del gruppo non precedentemente coinvolto nella propria storia, può essere terapeutico.

“Nello psicodramma analitico si vuole creare una situazione che permetta al paziente di essere: in questa situazione, proporgli di vivere delle esperienze che lo portino a provare (sensazioni-affetti-fantasie, identificazioni-proiezioni, desideri articolati a meccanismi di difesa); innestare in lui un lavoro psichico di simbolizzazione allo scopo di conoscere il senso e la portata di quello che prova. Essere, provare, conoscere sono, secondo Masud Khan (1969), ispirandosi a Winnicott, i tre livelli su cui opera il lavoro dello psicanalista nella cura classica individuale. Questi tre stessi livelli valgono nello psicodramma, ma il quadro e la situazione sono diversi, il lavoro psichico che si produce nello psicodrammatizzante ed il lavoro psicanalitico operato dagli psicodrammatisti ricevono qui dei caratteri particolari, come anche certi limiti.

Lo psicodramma utilizza la risonanza fantasmatica tra i protagonisti e ne congiunge l’analisi a quella del funzionamento inconscio proprio dell’individuo. Lo psicodramma spinge quest’ultimo ad assumere ruoli, assunzione che gli permette di scoprire nell’azione drammatica improvvisata delle cose su se stesso, quanto di saggiare atteggiamenti nuovo verso gli altri. Infine lo psicodramma mette in evidenza l’affetto almeno quanto la rappresentazione, e provoca, più facilmente della psicanalisi, la catarsi delle emozioni.”

“Durante l’adolescenza c’è un’opportunità unica per l’intervento terapeutico che non esiste in nessun altro momento del ciclo di vita. Attraversando questo periodo i giovani rivisitano le sfide evolutive dell’infanzia, con il gruppo dei pari, che assume un ruolo di sostegno e di influenza parallelo a quello tenuto dalla famiglia durante l’infanzia. Con il sostegno appropriato da parte di figure accudenti adulte e il rapporto con un gruppo di pari positivo, le sfide incontrate possono essere rivisitate a un nuovo livello di consapevolezza. Inoltre, quei cambiamenti che non sono stati superati con successo, possono essere ripresi e si possono mettere in atto adeguate “riparazioni”. Sia che la loro precedente esperienza sia positiva o disfunzionale, questa rivisitazione dei cambiamenti precoci fornisce un’esperienza che aiuta i ragazzi ad affrontare i cambiamenti dell’attuale stadio del loro sviluppo con maggiori risorse. Considerato il ruolo primario che i pari giocano in questo periodo della vita, lavorare con gli adolescenti in gruppo ottimizza queste connessioni interpersonali, e fornisce un tipo di supporto e di sicurezza che gli adulti da soli, non importa quanto ben intenzionati, non possono fornire. Gli adolescenti stanno mettendo alla prova la sicurezza del mondo adulto, e hanno bisogno di adulti attenti e accudenti, tanto quanto dell’interazione coi pari, mentre affrontano la difficile transizione da bambino ad adulto.”

In particolare in questa sede lo Psicodramma Analitico si integra con la Bioenergetica di Lowen, utilizzando un approccio corporeo che si serve di tecniche respiratorie, di esercizi fisici, di posizioni e contatti corporei, associati a un’analisi psicologica e del carattere. L’attenzione è pertanto focalizzata sul problema psicologico e sulla sua espressione fisica, che si manifesta nell’aspetto corporeo, nella postura, negli atteggiamenti. Gli esercizi si concentrano soprattutto nelle attività di riscaldamento propedeutiche allo Psicodramma vero e proprio, ma l’osservazione e la lettura del corpo avviene, imprescindibilmente, durante tutta la sessione. All’interno di questa, poi, l’attività motoria sulla scena differisce dalla staticità tipica dello Psicodramma classico, dando luogo ad espressioni di movimento che cercano, in un contesto protetto e sotto il controllo del conduttore, la scarica delle emozioni.

Elisa Seganti

Psicologa-Psicoterapeuta Specializzata in Psicodramma Analitico Integrato