di Simone Righini

facciata sede dopo di noi

La quantità di amici, sostenitori, invitati vari e curiosi che si è accalcata dentro e fuori la mensa di Santa Caterina, nonostante la pioggia, ha superato le aspettative di tutti gli organizzatori (circa 300 persone per gli organizzatori, poco oltre i 200 per le forze dell’ordine).

E’ sabato 5 ottobre e qualche minuto dopo le 11 inizia l’inaugurazione del primo pezzo del Dopo di Noi con una serie di interventi e saluti all’interno dei locali ristrutturati della mensa di Santa Caterina; sono davvero tante le persone che si stringono e rimangono in piedi per assistere a questo momento, numerose sono anche quelle che rimangono fuori in attesa di visitare la struttura.

Dopo i saluti del Presidente della Fondazione di culto Santa Caterina don Pietro Marchetti, che ci ricorda come l’opera di Don Bughetti prosegua anche nei nuovi progetti di Santa Caterina, in cui lui è sempre presente in spirito, seguono gli interventi del direttore Renzo Bussi che illustra ai presenti gli elementi principali del progetto “Con Noi e Dopo di Noi”, del nostro Vescovo Tommaso Ghirelli che ci racconta quanto il progetto sia stato voluto dalla Chiesa imolese, del sindaco Daniele Manca che rimarca il valore della collaborazione, del presidente della Fondazione cassa di Risparmio di Imola l’ing. Sergio Santi che manifesta la sua soddisfazione nel vedere realizzarsi la prima fase di uno dei progetti più importanti per la Fondazione CRI, e infine di Ivano: un signore che frequenta il centro diurno socio-occupazionale di Cuberdon (vd l’estratto in questo inserto).

Terminati gli interventi tutti si spostano all’interno dei locali restaurati delle ex. officine dove si svolgeranno le attività dei centri diurni socio-occupazionali del Dopo di Noi Santa Caterina Onlus e di Cuberdon.

Nell’ingresso del centro (dentro perché fuori sta piovendo), sotto una caratterista “opera artistica” che vede una serie di ingranaggi colorati a ricordo delle officine e di tutte le persone e realtà che vorranno sostenere il Dopo di Noi –verranno scritti sugli ingranaggi i nomi-, avviene un singolare taglio del nastro: don Marchetti, mons. Ghirelli, Manca, Santi e un ospite del centro tagliano insieme il nastro, ognuno con un differente paio di forbici a simboleggiare la diversità delle abilità per compiere lo stesso gesto e l’uguaglianza e la vicinanza nel farlo insieme.

A seguire un momento di preghiera, nel salone da pranzo di fronte al camino, e la benedizione del Vescovo.

La cerimonia prosegue con un intervento degli architetti Tiziano Conti e Sandra Galegati che illustrano alcuni aspetti della struttura e termina con un brindisi finale nel salone dedicato ad attività teatrali e musicali.

E’ il momento dell’aperitivo, di festeggiare insieme, dei saluti, di visitare con calma la struttura, di dare e ricevere complimenti per l’ottimo risultato… sullo schermo scorrono le immagini dei lavori che sono stati eseguiti per rendere le officine così belle… infine compaiono i nomi di tutte le persone che hanno contribuito a questo importante restauro.

Il centro entrerà in funzione la prossima settimana: da metà ottobre saranno accolti al suo interno i 12 ospiti di Cuberdon e le operatrici che li seguono. Entro la fine dell’anno anche il Dopo di Noi Santa Caterina Onlus inizierà le sue attività e gli inserimenti di persone disabili.

 


Durante l’inaugurazione del “Dopo di noi”, fra i discorsi ufficiali, è stata letta questa testimonianza di vita di una persona che frequenta l’associazione Cuberdon, che sarà ospitata nei locali appena inaugurati. Ne riportiamo un estratto.

La testimonianza di Ivano

Buon giorno a tutti.

Mi chiamo Ivano e sto vivendo questa esperienza da vari anni, esperienza che è nata per la mia necessità di avere un punto di appoggio per non sentirsi soli e abbandonati alla casualità, per sentirsi parte di un progetto utile al bene comune. Credo che sia una cosa condivisa da ogni essere umano: avere un ruolo attivo nella vita per non subirla.

Casualità che nasce dal fatto di aver dovuto combattere solo con l’aiuto dei genitori e di qualche amico vero una grave malattia debilitante e handicappante, senza che il proprio medico di base sapesse indicare una strada sicura almeno per ciò che riguarda i miei problemi motori.

Ho girato tanti di quegli ospedali che fatico pure io a ricordarli, prima per curare la depressione poi per curare gli effetti devastanti che gli stessi farmaci usati per aiutarmi hanno avuto su di me, limitando così la mia capacità di movimento.

Dopo circa due mesi (di frequenza del centro)i tempi cominciarono a diventare maturi per una mia, seppur lenta, partecipazione alla vita quotidiana dell’associazione.

Cominciai a prendermi cura delle piante, a inventarmi strani tipi di allevamenti, per avere sempre a disposizione prodotti freschi, trasportando galline francesine…

Si venne a creare un’atmosfera di famigliarità e complicità fra gli ospiti della casa e i ragazzi seguiti dall’associazione che nel frattempo erano aumentati di numero: si cominciarono a fare feste di compleanno in comune, cene con famigliari e fondamentalmente ogni pretesto era, ed è ancora, giusto per creare momenti di aggregazione.

Alla Cuberdon è facile scherzare e ridere con grande naturalezza, nel tentativo di fare sentire a proprio agio i ragazzi della struttura e questa è sicuramente una cosa gratificante, mettere loro un sorriso sulle labbra anche se a volte succede pure il contrario ossia che siano i ragazzi a farti ridere di gusto e questo mi pare un ottimo modo per socializzare.

L’esperienza fatta in questo luogo di aggregazione mi ha molto aiutato a crescere e a maturare reinserendomi nella vita sociale. L’atmosfera che si respira è molto particolare e mi ha sicuramente arricchito sotto il profilo umano, mi ha permesso di prendere la vita con più leggerezza ed armonia, mi ha insegnato a ridere di me, dei miei difetti e a non prendermi troppo sul serio. Guardando ogni mattina i ragazzi che qui si incontrano viene naturale sentire la propria croce più leggera.

In questo luogo fatto su misura per accogliere ragazzi con disagi che altrimenti non sarebbero nemmeno presi in considerazione, si possono fare nuove amicizie e creare un ambiente adeguato ai loro tempi di crescita. Fra le tante attività proposte dalla si può trovare quella più stimolante per ognuno e fare sì che ogni giorno i ragazzi vengano in questo luogo perché spinti da un interesse sia affettivo che creativo sempre vivo.