alba di vita di Renzo Bussi

Eccoci di nuovo a rievocare un semestre trascorso. Il criterio che seguiremo non sarà quello cronologico ma quello delle emozioni vissute. Quella più intensa è certamente la recente notizia di un ragazzo, ormai maggiorenne, che abbiamo accolto alcuni anni or sono e col quale si è instaurata una relazione educativa piuttosto burrascosa che, dopo un pauroso incidente, versa in coma da oltre un mese. Quando ero più giovane non avevo mai compreso perché dei sacerdoti che stimavo e a cui ero affezionato come don Romano Fiorentini e don Dino Favaretto si trasformavano completamente quando avevano a che fare con dei ragazzi molto difficili che ai miei occhi erano insopportabili e ai quali, per come li conoscevo, non avrebbero avuto alcuna difficoltà a dare il benservito. Mi sembrava ingiusto che nei riguardi di questi, che si erano comportati obiettivamente male, il loro giudizio fosse diverso dal mio. Come avrete intuito mi trovavo a vivere la situazione del fratello più grande della parabola del “Padre misericordioso” (in precedenza chiamata anche del “figliuol prodigo”) ma ora, padre di un adolescente e con più esperienza a Santa Caterina, capisco che don Romano e don Dino si comportavano come il Padre della parabola. Ma, così è la vita, i ricordi più tristi vengono consolati da quelli più lieti costituiti certamente dalla settimana di vacanze con don Massimo e il gruppo dei ragazzi della comunità residenziale. Ospiti della famiglia Griguoli, amici da anni di Santa Caterina, che in Molise hanno la casa della compianta mamma, i quali hanno condiviso le loro vacanze con tutti noi. L’accoglienza loro e di tutto il paese ha commosso anche i cuori più induriti. L’esperienza è stata così coinvolgente che abbiamo avuto anche l’onore di un intera pagina del quotidiano locale in cui si raccoglievano le storie dei ragazzi ospiti, della nostra attività e dell’incontro con i molisani e con la loro splendida terra. A proposito di incontri abbiamo sfiorato quello con la tragedia siriana, rappresentato da un profugo di quel paese, a Imola con alcuni dei suoi figli, per il quale avevamo predisposto un piccolo appartamento lasciatoci da un ex allievo, ma che il giorno precedente ha deciso repentinamente di lasciare il nostro paese per ricongiungersi alla moglie e al figlio più piccolo che erano bloccati in Egitto. Ci dispiace non averli potuti aiutare ma riteniamo e confidiamo che abbiano fatto la scelta migliore e chiediamo a Dio di proteggerli e custodirli. Protezione a cui siamo chiamati, anche se con modalità diverse, nei riguardi di un nostro ragazzo prossimo alla maggiore età per il quale non ci sono le condizioni per una permanenza regolare in Italia. Ci affidiamo, come sempre, alla Provvidenza per trovare una strada che tenga insieme l’aiuto fraterno e la legalità. In questo ultimo periodo sempre più spesso siamo stati sollecitati a fornire il nostro aiuto in situazioni con esigenze apparentemente contrapposte,famiglie con genitori separati e in mezzo figli disorientati; figli adolescenti in scontro aperto e perenne coi genitori ed altro ancora. Abbiamo perciò iniziato un’attività di educativa famigliare che avrà la necessità, oltre alla buona volontà che ci caratterizza, anche di un’adeguata formazione. Tra le nuove attività merita certamente di essere evidenziata quella del Centro diurno socio-occupazionale per disabili che è stato inaugurato il 5 ottobre nei locali delle ex officine ristrutturate dell’Istituto (vd pagina centrale). Inoltre nel solo mese di agosto, con l’impegno e l’abnegazione di professionisti, artigiani, amici volontari, ex allievi e collaboratori siamo riusciti a ristrutturare il refettorio che da un paio di anni è divenuto mensa per universitari per renderlo sempre più accogliente e adatto all’aggregazione di giovani e persone. Tra i giovani ma proprio giovani diamo il più gioioso benvenuto a Camilla e Adele primogenite di Elisa e Francesca, nostre preziose collaboratrici, e cogliamo l’occasione per fare le congratulazioni e i migliori auguri anche a Roger e Simone le cui mogli sono in dolce attesa del secondo figlio. Per concludere questa carrellata sintetica delle vicende di questi mesi non possiamo tacerne almeno due, che ci hanno fatto toccare con mano la protezione della Divina Provvidenza: la prima è l’individuazione del ladro che per la seconda volta in 15 giorni ci ha derubato costringendoci a montare una porta blindata. Il secondo episodio è un incendio divampato un sabato mattina di settembre dal sotterraneo dove è collocata la dispensa della cucina a causa di un frigorifero. Il provvidenziale avvistamento da parte di Federico, il dottore volontario che ci cura le piante ed il giardino e il pronto intervento dei vigili del fuoco da lui avvisati, ha impedito che le conseguenze fossero ben più gravi di quanto non siano state, con la distruzione del frigor difettoso, il danneggiamento della cella frigorifera e dell’intonaco del soffitto, l’annerimento delle pareti del sotterraneo. Anche questa volta siamo stati salvati.